Letteratura

Non mi intendo di letteratura, ma a casa mia ho tanti libri, parecchi dei quali non sono ancora stati letti. Capita che scriva qualche osservazione letteraria; quelle a cui tengo di più cercherò di depositarle qui.

Ho anche scritto qualcosa: dei saggi, dei racconti.

Una porzione della mia libreria

Post di argomento letterario:

«Tomorrow, Tomorrow, and Tomorrow» di Gabrielle Zevin è un romanzo sul lavoro, sui videogiochi, sulla perdita e sull’amore (nel significato ambiguo, anzi, esteso, che «love» ha in inglese).

Tomorrow, Tomorrow, and Tomorrow

Dopo un grande, sbigottito dispiacere, il primo pensiero che ho avuto quando ho saputo della morte di Valerio Evangelisti è stato per la comunità straordinaria e inverosimile di amici, compagni, pensatori, lettori, creativi, giocatori, fissati, pazzoidi assortiti che si è raccolta negli anni attorno a lui. Sono quelli che lo chiamavano e continueranno a chiamarlo «Magister» come il suo alter ego oscuro, l’inquisitore Eymerich. Ho avuto il privilegio di conoscerlo e di conoscerli, ma in vero spirito evangelistiano era un privilegio a buon mercato, accessibile a tutti: bastava iscriversi alla mailing list o andare a una cena o a un raduno di fan, dove spesso c’era anche lui, secco, altissimo e gaudente, che beveva e mangiava e rideva, parlava di stronzate o di massimi sistemi, studiava i nuovi arrivati, come eravamo io e Alessandro Villari tanti anni fa la prima volta che lo abbiamo incontrato, e ci faceva domande e ci chiedeva opinioni. A questo gruppo pazzesco, e anche a me, Valerio ha dato una spinta talvolta decisiva a inseguire passioni improbabili: leggere, per tutti, scrivere, per molti, ma anche disegnare, dirigere film, scrivere sceneggiature, tirare di scherma, suonare e ascoltare heavy metal, fare giochi e videogiochi, fare politica militante, e soprattutto incontrarsi. E da questi incontri è nato di tutto: amicizie, collaborazioni, convivenze o perlomeno amori o perlomeno perlomeno del sesso, litigate furibonde, sbronze e diverse gravidanze.

In memoria di Valerio Evangelisti

San Pietroburgo, 1905

Contro i centoneri

«Oggi, anziano e malaticcio, ripeto la stessa frase: la classe operaia deve dirigere tutto.»
(Valerio Evangelisti)

«Il sole dell'avvenire»: arrivano i nostri