L’11 novembre la terza più grande Borsa di criptovalute, FTX, con sede alle Bahamas, ha dichiarato fallimento. Dirigenti e impiegati hanno lasciato in fretta e furia i Caraibi, cercando rifugio in qualche luogo ancora più opaco.

Un cryptocurrency exchange come FTX è un’azienda che si occupa di gestire gli scambi tra criptovalute, loro derivati finanziari e denaro ordinario. Fondata nel 2019 dallo stravagante miliardario Sam Bankman-Fried (SBF), FTX sembrava avere attraversato illesa un anno terribile per le criptovalute perfino emergendone come un attore particolarmente attento alla stabilità dell’intero settore. FTX era intervenuta con vari salvataggi (Voyager Digital, BlockFi) seguiti alla catena di fallimenti e dissesti innescata dal crollo di Terra e Luna, criptovalute agganciate al dollaro che venivano senza ironia definiti stablecoin, monete stabili. SBF si era anche fatto promotore di incontri lobbistici con le autorità politiche e bancarie USA, con l’obiettivo di giungere a una regolamentazione per lui vantaggiosa del settore, arrivando a spendere centinaia di milioni di euro nella campagna elettorale di Joe Biden. Era descritto sulle riviste finanziarie come un riccone atipico, che conduceva una vita frugale ed era devoto alla filosofia dell’“altruismo efficace”. Si è poi scoperto, naturalmente, che conduceva una vita molto sregolata nel lusso più sfrenato.

A novembre una rivelazione giornalistica ha fatto trapelare che i gettoni FTT, coniati da FTX, erano venduti alla società collegata Alameda Research a prezzi arbitrari, gonfiandone il bilancio. Con questo capitale fittizio poi Alameda Reseach conduceva investimenti rischiosi e addirittura è arrivata a ricevere in prestito da FTX 10 miliardi che venivano dai fondi dei suoi clienti. Se il capitalismo ha sempre in sé elementi di speculazione e di creazione di denaro tramite il credito, qui si erano raggiunti livelli di assurdità veramente estremi.

Quando Binance, un’azienda concorrente, ha deciso di liquidare tutti i suoi FTT, è come se avesse visto il bluff. In un breve tempo, la corsa a vendere da parte di tutti i suoi detentori ha fatto precipitare il prezzo di mercato di FTT (che, ricordiamo, è un puro gettone senza nessuna corrispondenza stabilita a un effettivo valore nel mondo reale). Il castello di carte è crollato mentre SBF twittava solenni rassicurazioni che tutto era sotto controllo.

Poche ore dopo il crack, un misterioso hacker interno all’azienda ha fatto sparire 473 milioni di fondi dalle casse seppur virtuali di FTX. Sarà stato un filosofo dell’egoismo efficace.

Le onde d’urto di questa ennesima sciagura finanziaria non finiranno presto di propagarsi nel settore già disastrato delle criptovalute. Il Bitcoin, che secondo alcuni ingenui doveva crescere di prezzo costantemente e difendere il popolo dall’instabilità valutaria e dall’inflazione orchestrata dalle banche centrali, ha perso tre quarti del suo valore dal picco dell’anno scorso (da 68.000$ a 16.500$ quando scriviamo) e invece di risalire è da mesi che passa da una caduta a una caduta più profonda. Centinaia di migliaia di clienti di FTX hanno perso i loro investimenti e, quel che è peggio, quelli che per molti erano i risparmi di una vita. Si parla di miliardi di dollari svaniti nel nulla. Non sono solo cifre virtuali: risorse reali, materiali, sono dissipate nei consumi colossali dei computer usati per il conio delle criptovalute e per la registrazione delle transazioni nella blockchain; migliaia di persone hanno perso il lavoro nelle aziende del settore, e questo significa anche uffici fisici, infrastrutture elettroniche e informatiche ecc.

Anche l’illusione che si potesse sfuggire ai mali del capitalismo con una forma diversa di capitalismo che usi denaro crittografico senza la mediazione delle banche centrali, che in fondo è l’ideologia “anarco-capitalista” alla base del Bitcoin e di tutto ciò che ne è seguito, è ormai sempre più screditata. Ai mali del capitalismo si sfugge solo col socialismo.


Questo articolo è stato pubblicato su Rivoluzione n° 93.

Per approfondire suggerisco anche la visione di questa conferenza a distanza, che ho organizzato insieme agli altri compagni e compagne del Circolo Ghinaglia, sul tema Natura e destino delle criptovalute. La relazione è stata tenuta il 13 luglio 2022 da Lorenzo Esposito (FISAC-CGIL Banca d’Italia, docente di economia monetaria all’Università Cattolica di Milano).