Sabotare il riarmo
Un forte orientamento verso la corsa agli armamenti su scala continentale ha delle implicazioni su tutti gli aspetti della società. Non sono solo i soldi tolti al welfare.
Vuol dire che i soldi affluiscono nei settori che fanno armi e porcherie militari, e quindi i ragazzi scelgono corsi di studio e carriere legati a quello, e legano il proprio futuro alle guerre.
Vuol dire che la ricerca diventa tutta “dual use” e quindi sempre più piena di segreti di Stato, divieti alle collaborazioni internazionali, necessità di trovare un uso bellico per qualsiasi cosa pena il taglio dei fondi.
Vuol dire che bisogna promuovere un’ideologia guerriera, quindi normalizzare le armi e la violenza, demonizzare gli stranieri. Una società guerrafondaia ha bisogno dei film di pistoleri, sbirri e soldati di Hollywood, dei videogiochi dove si spara e basta, delle sparatorie nelle scuole. Non irregimenti e istupidisci milioni di persone normali senza una partecipazione più o meno consapevole del mondo culturale, e quindi bisognerà trovare i cantori del riarmo europeo e dargli spazio in TV e sulle riviste, a spesa di chi terrà la schiena dritta.
Vuol dire che bisogna riscrivere la connotazione delle parole e quindi riprogrammare le nostre sinapsi perché pensando Europa pensiamo a eserciti che fanno il culo ai russi o ai cinesi, perché pensando mine antiuomo, droni militari, portaerei, bombe atomiche pensiamo a sicurezza e democrazia, e a sua volta pensando alla democrazia pensiamo che vuol dire decidere cose che nessuno vuole o ha votato, e impedire alla gente di votare o volere cose che non vanno bene.
Chi cede un millimetro in questa direzione è solo l’utile idiota della macchina inesorabile, che invece merita solo sabotaggio.